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Il nodo dell’avanzo primario tra Atene e i creditori

 

 
 

   L’accordo preliminare del 13 luglio tra la Grecia e i suoi creditori non contiene nessun obiettivo numerico preciso per l’avanzo primario. Il target già fissato sembra ora difficile da raggiungere per il crollo delle entrate fiscali. E questo peserà sul negoziato per il terzo programma di aiuti.

I numeri di Atene

   Il ministero delle Finanze greco pubblica ogni mese i dati sul bilancio consuntivo dello Stato, come già ricordato (quiequi). Si tratta di numeri compilati in base al principio di cassa, quindi particolarmente adatti a valutare la situazione delle finanze pubbliche dal punto di vista dell’esigenza di finanziamento di breve periodo. Inoltre, permettono di comparare i risultati effettivi con quelli attesi ex ante.
   Da gennaio a questa parte, la Grecia ha un avanzo primario, significativamente superiore alle aspettative. Nei primi sei mesi dell’anno, l’avanzo primario registrato è stato di 1,9 miliardi, contro un deficit di 1,2 miliardi atteso. In termini cumulativi, l’avanzo primario è stato di 3,1 miliardi superiore agli obiettivi (figura 1)

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Grafico 1– Avanzo primario della Grecia

   Il problema è che da marzo a oggi, l’avanzo primario è stato principalmente il frutto di una compressione della spesa, perché le entrate sono crollate subito dopo le elezioni politiche. Nonostante un modesto aumento a giugno, le entrate cumulate per i primi sei mesi dell’anno restano di 906 milioni in difetto rispetto a quanto previsto. Le spese cumulate tra gennaio e giugno 2015 sono invece di circa 4 miliardi inferiori al previsto (nel solo mese di giugno, i tagli rispetto al target sono stati di 1 miliardo e mezzo). Il contenimento della spesa è in gran parte il risultato di ritardi nei pagamenti da parte dello stato al settore privato, una circostanza che, in un paese nelle condizioni della Grecia, non fa che peggiorare la tendenza recessiva.
   Per mettere le cose in prospettiva, la Commissione europea ha recentemente rivisto le stime di crescita del Pil reale al ribasso. Per la Grecia quest’anno la crescita è stimata in territorio negativo, tra -2 e -4 per cento, mentre nelle proiezioni di autunno 2014 le attese erano per +2,9 per cento e ancora in quelle della primavera 2015 si attestavano sul +0,5 per cento.

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Grafico 2– Entrate complessive, spesa e avanzo primario della Grecia – Dati reali e target (miliardi di euro)

   I dati di giugno non includono ancora il pieno effetto delle restrizioni a prelievi bancari e movimenti di capitale, imposte a fine mese per contrastare la corsa agli sportelli pre e post-referendum. I numeri di luglio saranno perciò particolarmente interessanti perché mostreranno gli effetti di queste misure, ma anche perché luglio è il mese più importante dal punto di vista delle entrate, in Grecia (figura 3).

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Grafico 3– Imposte per mese e avanzo primario complessivo in Grecia – 2014 (miliardi di euro)

Verso il terzo programma di aiuti

   La Grecia e i suoi creditori europei hanno concluso lunedì 13 luglio 2015 un accordo temporaneo, che prevede un prestito di circa 7 miliardi e in contropartita l’approvazione da parte del parlamento greco di una serie di misure preliminari. Questi soldi sono effettivamente stati trasferiti e usati il 22 luglio per ripagare il bond greco in scadenza lunedì e detenuto dalla Banca centrale europea, nonché gli arretrati dovuti al Fondo monetario internazionale.
   Si tratta però di una situazione estremamente precaria. Secondo le stime incluse nel testo dell’accordo del 13 luglio, la Grecia ha bisogno di altri 5 miliardi soltanto in agosto, per ripagare un’ulteriore quota in scadenza del suo debito verso Bce e Fmi. Per far fronte a questi impegni, la negoziazione di un terzo programma di aiuto alla Grecia dovrebbe avvenire nella maniera più rapida possibile.
   Ma sul negoziato peserà probabilmente il tracollo nelle previsioni di crescita. La revisione al ribasso della crescita del Pil e il crollo delle entrate fiscali – dovuto probabilmente in parte all’incertezza post-elettorale e post-referendum – fanno sì che oggi il target di avanzo primario all’1 per cento del Pil nel 2015, concordato negli ultimi mesi tra Grecia e creditori, sia un obiettivo molto ottimista. Questo è probabilmente il motivo per cui l’accordo preliminare del 13 luglio non contiene nessun target numerico preciso per l’avanzo primario, una variabile che in questi mesi è stata al centro delle negoziazioni e che ora potrebbe rallentare anche il nuovo negoziato.

Silvia Merler -- LaVoce.info

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